«Torna alla home | I Comuni del Salento | Mappa Salento | Pubblicità | Contatto | Link | I nostri banner |  
| Salento Storico | Eventi Salento | Ricette Salento | Itinerari Salento | Alloggi Salento | Prodotti Tipici | Salento Ristoranti | Artigianato |
Salento Antico: L' Età dei Messapi
Il Paleolitico Origini e Storia L' Età dei Messapi Il Medioevo
Oriente e Occidente Torri Castelli Masserie Il Barocco Leccese

L'età dei messapi

Soglia Mesapica
Fig. 1 - Antica Messapia

Messapia è il nome antico dell’attuale territorio che comprende la provincia di Brindisi, la provincia di Lecce e di una parte della provincia di Taranto, a nord delimitato da un confine naturale rappresentato dalla cosiddetta soglia messapica (fig. 1). (La soglia messapica è una depressione carsica che percorre la linea sud-ovest/nord-est attraverso la città di Taranto sul mar Ionio, e sfiora i comuni di Grottaglie, Ceglie Messapica e Ostuni fino a giungere al mar Adriatico, precisamente a Egnatia, non distante dalla "città bianca". La soglia messapica viene considerato il confine geografico che separa il Salento dalla Valle d'Itria.
Il nome risale a prima della nascita di Roma, perché nel territorio viveva il popolo dei Messapi dal quale prese la denominazione.
Per quello che riguarda il termine "Messapo", non è chiaro se l'origine sia autoctona in toto o in parte, oppure se sia un invenzione dei primi storiografi greci per indicare la penisola salentina. "Messapia" = "terra tra due mari".
Manduria era la città sacra, mentre Ceglie Messapica per la sua posizione strategica era la capitale militare(Kailia) La capitale politica era Oria.
Anche altre città furono fondate dai Messapi come Mesagne, Carovigno, Pezza Petrosa (nei pressi dell'odierna Villa Castelli) e Egnazia, oltre a Valesio e Muro Tenente.
Torre Guaceto
Fig. 2 - Torre Guaceto
Quest’ultime oggi sono solo degli importanti siti archeologici. Recenti rinvenimenti, a San Vito dei Normanni hanno portato alla luce reperti di fattura messapica.
Nel periodo messapico, il territorio di Brindisi disponeva di quattro porti: quello di Egnazia (nei pressi dell'odierna Fasano), quello di Guaceto (fig. 2) (l'odierna Torre Guaceto), quello di Brindisi e quello di Valesio.
I Messapi giunsero nel Salento probabilmente alle soglie dell'età del ferro intorno all'XI secolo a.C. vi si i stabilirono organizzandosi in una dodecapoli messapica ovvero dodici città stato autonome. La dodecapoli era formata da Alytia (Alezio), Aoxentum (Ugento), Brention/Brentesion (Brindisi), Hyretum/Veretum (Vereto), Hodrum/Idruntum (Otranto), Kaìlia (Ceglie Messapica), Manduria, Mesania (Mesagne), Neriton (Nardò), Orra (Oria), Sybar (Cavallino), Thuria Sallentina (Roca Vecchia). Oggi tali città sono ripartite tra le tre provincie salentine di Taranto, Brindisi e Lecce.

L'unica divinità messapica che si conosce, grazie alle iscrizioni trovate nella Grotta della Poesia, è Taotor Andirabas. La grotta, scoperta nel 1983, di origine carsica, si affaccia sulla falesia costiera di Roca Vecchia (LE), per parecchi anni sede di culto del dio Taotor (o anche Tator, Teotor, o Tootor), dove sono state ritrovate delle interessantissime iscrizioni non ancora del tutto decifrate. Scarsissimi i dettagli riguardanti la divinità, sia per la scarsità di informazioni, sia per lo strano linguaggio degli abitanti della Messapia.
È merito della ricerca recente aver identificato una fase cronologica di estrema importanza per la decifrazione delle dinamiche di formazione dell'ethnos messapico: si tratta del periodo che va dal IX al VII secolo a. C. Gli abitati di questo periodo sono caratterizzati da strutture e capanne con zoccolo di fondazione in pietre irregolari (fig. 3), murature di elevazione in materiali deperibili e coperture straminee. Di pianta ovale, con una lunghezza massima dai 9 ai 12 m, esse servivano probabilmente per un nucleo familiare allargato.
Vaso Messapico
Fig .4 - Vaso Messapico
Ricostruzione casa messapica
Fig. 3 - Ricostruzione capanna messapica "Età del Ferro".

Queste prime abitazioni ancora di tradizione protostorica - rinvenute negli scavi sugli abitati di Otranto, Cavallino e Vaste riflettono un modo di abitare ampiamente diffuso in quel periodo nel Mediterraneo. In associazione con le strutture a capanna si rinvengono le ceramiche utilizzate nella sfera quotidiana: per la mensa e come contenitori di liquidi vengono realizzati vasi in argilla decorati con motivi geometrici in vernice bruna (fig. 4) (ceramica geometrica japigia) . La distribuzione della ceramica sul territorio salentino è rivelatrice dell'aumento dei siti, che raggiungono la massima concentrazione nella seconda metà dell'VIII secolo a. C.
Il VI secolo a. C. rappresenta uno dei momenti di maggiore vitalità della civiltà messapica: in tutti gli ambiti si registrano grandi innovazioni che cambiano radicalmente lo stile di vita. Fra i fenomeni di rilievo culturale va segnalata la comparsa dei primi documenti scritti in lingua messapica. Fra i primi popoli italici ad adottare la scrittura, i Messapi si servirono dell' alfabeto greco per redigere la ricca serie di iscrizioni su vasi, cippi, stele prevalentemente pervenuti in contesti culturali.
Statua di Zeus - Ugento

Fig. 5 - Statua di Zeus - Ugento (LE)

Altri, incisivi segni delle trasformazioni in atto nella società messapica, si colgono nella sfera religiosa: le strutture dedicate al culto emergono in forme riconoscibili attraverso le pratiche rituali adottate, che denotano significative affinità con il mondo greco: la dedica di oggetti votivi specifici, vasi figurati, ceramica miniaturistica, terracotte. (...) Un capolavoro della bronzistica magnogreca arcaica, la splendida statua di Zeus (fig. 5) rinvenuta a Ugento, rappresenta la prova più significativa di un altro fenomeno che investe la sfera religiosa, vale a dire la rappresentazione iconica della divinità.
Ma gli elementi che meglio riflettono le trasformazioni di vasta portata in atto vengono dall'analisi degli abitati.
Ricostruzione casa messapica
Fig. 6 - Struttura di abitazione messapica
Il fenomeno più rilevante è forse rappresentato dal cambiamento nel modo di abitare; alle capanne dell'età del Ferro si sostituiscono le abitazioni a più ambienti, di forma quadrangolare (fig. 6), organizzate intorno a un cortile, con muri di pietra e copertura a tegole. Cavallino, l'antico centro di cui non conosciamo il nome, alle porte di Lecce, è l'osservatorio privilegiato per analizzare questo aspetto (...). In questo contesto si sviluppa l'artigianato (con la produzione di ceramica, elementi architettonici ecc.) e gli scambi con l'esterno apportano con maggiore frequenza beni di consumo e oggetti "esotici" (come le ceramiche di importazione, il vino greco) il cui uso non è appannaggio solo della élite. (...)
La fine dell'abitato di Cavallino, nelle prime fasi del V secolo a. C., coincide con un momento di grave crisi che sembra investire numerosi altri contesti archeologici. Questa crisi, a cui non è forse estraneo il conflitto con Taranto, segna l'inizio di un periodo difficile da inquadrare in base all'evidenza degli abitati, che diventa sfuggente, poco visibile, e probabilmente corrisponde a una fase di "recessione" che durerà almeno fino alla metà del IV secolo a. C.
IV-III SECOLO A. C.
Mura Messapiche - Muro Leccese
Fig. 7 - Mura Messapiche - Muro Leccese (LE)
È il periodo forse più ampiamente documentato sia dagli oggetti che dalle vestigia monumentali sparse sul territorio. Dopo la "stasi" del V secolo a. C., a partire dalla metà del IV secolo fioriscono su tutto il territorio salentino numerosi insediamenti. Le cinte murarie ne delimitano l'area che si estende in genere per parecchi ettari. Se le dimensioni di un abitato "piccolo" si aggirano in media sui 40/50 ettari, quelle dei centri maggiori - come Rudiae, Muro Leccese (fig. 7), Ugento - superano i 100. Le differenze riscontrabili nelle dimensioni dei siti riflettono l'assetto politico-sociale, probabilmente più articolato rispetto all'età arcaica, che sembra organizzarsi secondo strutture cantonali in cui emergono i siti maggiori con un ruolo di riferimento. Nelle campagne intorno agli insediamenti messapici si registra la presenza di nuclei insediativi sparsi, legati allo sfruttamento del territorio: sono vari e numerosi gli elementi che indicano la crescita demografica e la prosperità di questo periodo, forse legata all'introduzione di nuove tecniche agricole che permettono un migliore sfruttamento del terreno. Della ricchezza e della stratificazione sociale sono prova le tombemonumentali che esibiscono nelle dimensioni, nell'architettura, nell'apparato decorativo, l'elevato status sociale di appartenenza dei loro proprietari: gli ipogei di Rudiae, di Vaste, di Lecce.
Nel centro di Vaste è stato possibile identificare le residenze dei ceti aristocratici e gli edifici cerimoniali legati allo svolgimento delle funzioni rappresentative della élite, come le sale per i banchetti. Un vivo riflesso del potere anche economico è costituito dal rinvenimento del tesoretto di 150 stateri di argento. Il suo interramento coincise con il momento di crisi, fortemente traumatico, che pose fine a questo periodo di particolare splendore della civiltà messapica.

 
Salento Story
 
 
Alloggi Salento
 
 
Artigianato Salento
 
 
Prodotti tipici Salento
 
 
 
 
 
 
  Mediaday srl