CARTAPESTA
Le origini dell’arte della cartapesta, che fu e resta in Puglia fenomeno tipicamente leccese, risalgono probabilmente ad un periodo compreso tra il XVII e il XVIII secolo, quando con lo sviluppo dalle arti legato al moltiplicarsi delle Chiese e dei monumenti, il gusto e la creatività degli artigiani leccesi, che non disponevano di materie pregiate, trovò nell’arte di plasticare la carta avvalendosi di altre materie “povere" quali paglia, stracci, colla e gesso, e di pochi e modesti attrezzi, ma soprattutto di pazienza certosina, temperamento ed estro la possibilità di realizzare, in gara con gli scalpellini (artigiani artistici della pietra) una miriade di lavori sacri, che richiamavano al culto i fedeli quando la Chiesa della Controriforma era impegnata nella sua crociata contro l’eresia luterana.
Oggi la produzione della cartapesta, che in provincia di Lecce è concentrata prevalentemente nel Capoluogo, costituisce senza dubbio il risultato di una lavorazione artigiana assai vicina alla pura espressione d’arte.
In genere, essa ha per oggetto la creazione di statue riproducenti soggetti sacri (figure di santi, anche in grandezza naturale), la qualcosa richiede nell’artefice un’alta sensibilità e cognizioni tecnico-artistiche: soggetti in posizione statica o dinamica, figurazione realistica, i volti con espressioni devote, compunte, di dolore, di gioia, carichi di suggestioni emotive, con il panneggio curato in ogni minimo particolare.
Negli ultimi anni, che hanno visto un rifiorire di botteghe e un confortante ritorno a quest’arte da parte dei giovani, la produzione si è indirizzata verso nuovi e vari modelli, quali pastori tipici, natività, bambole, oggetti di arredamento e di uso, maschere, giocattoli, ecc., senza tuttavia trascurare il tradizionale.
Lo splendido barocco leccese delle Chiese, dei Conventi, dei balconi e delle balaustre, dei portali, degli archi e dei capitelli, e i Crocefissi, le Madonne e i santi di cartapesta esprimono un volto, un peculiare linguaggio di Lecce, una tradizione antichissima, una cultura sociale e popolare gloriosa e preziosa.
Impagliatura intorno ad un’anima di filo; modellatura di busto, traccia e gambe; innesto della testa, delle mani e dei piedi, realizzati a parte con creta e finalmente la vestizione delle figure con vari fogli di cartapesta bagnata, ammorbidita, resa collosa, trattata con antimuffa e antitarme, asciugata all’aria e al sole, sono le varie fasi, tramandate nei secoli, di realizzazione deIl' "idea". Poi seguono la “fuocheggiatura", che può completare da sola la statua, e le successive fasi della ingessatura, della colorazione e della decorazione, con risultati densi di giochi di effetti e di grande bellezza.