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Le Grotte del Salento: Grotta dei Cervi
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Grotta dei Cervi

Grotta dei Cervi
Fig. 1 - Grotta dei Cervi

La Grotta dei Cervi (fig. 1), scoperta nel 1970 dal gruppo speleologico "Pasquale de Lorentiis" di Maglie, è disposta lungo il litorale ionico, a Porto Badisco a sud di Otranto. Essa rappresenta il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa e la sua scoperta fece il giro del mondo suscitando grande interesse negli ambienti della ricerca. Tutto ciò attestava che una grotta nel Salento, aveva ospitato l'uomo preistorico.
All'interno della grotta, Oltre ad un notevole corredo di ceramiche, risalenti al neolitico, è stata rinvenuta una imponente documentazione parietale realizzata con guano ed ocra rossa.
Le numerose scene di caccia (fig. 2) al cervo, presenti sulle pareti bianche della grotta, gli uomini preistorici, dotati di archi e frecce e i piccoli gruppi di animali, si ripetono ad ogni angolo del complesso ipogeo, con chiarezza e sconcertante realtà.
Scene di caccia - Grotta dei Cervi
Fig. 2 - Scene di Caccia - Grotta dei Cervi
Le particolari condizioni climatiche hanno contribuito alla perfetta conservazione di tali preziose testimonianze che ancora oggi rievocano con estrema forza un sugestivo ritorno al passato. Spirali apparentemente senza senso, grovigli di elementi meandriformi a formare strani individui dotati di corpo lineare ma di incredibili trasformazioni spiraliformi germoglianti, misteriose riunioni di personaggi seduti ed in visione dall’alto, magiche interpretazioni di danze tribali o riti propiziatori, incomprensibili segni di ogni tipo che lasciano andare libera la fantasia a qualsivoglia interpretazione.
"Sciamano" Grotta dei Cervi
Fig. 3 - "Sciamamo" - Grotta dei Cervi
Troneggia tra tutte,quella che piace a noi immaginare come uno stregone (fig.3), lo “sciamano” che, con la sua eccezionale presa, ispira più di tutte e fa balzare la fantasia del visitatore sino a concretizzare l’immagine di un danzatore piumato. Ciò che, in particolare, fa rabbrividire, è la stanza delle manine: il ritrovarsi nelle viscere della terra, in un contesto calcarenitico rischiarato, da torce elettriche, il sentirsi fagocitato da una miriade avvolgente di impronte di mani preistoriche di varie misure e sparse dappertutto, innesca un’angoscia profonda; la sensazione è quella di essere circondati da persone vive risalenti ad epoche remote, da giovani, vecchi, adolescenti di 6000 anni fa probabilmente in riunione per iniziazione. Grotta dei Cervi: appunto per la immagine di questi animali che ricorre insistente…la magia continua; il silenzio ancestrale, nel suo interno, sembra essere rotto da grida, da riti, da brusio lontano e dal caratteristico suono provocato dal gocciolio delle stalattiti.

Tratto da "www.trekkingsalento.com"

 
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