Baia Uluzzo
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Fig. 1 - Baia Porto Selvaggio |
All'interno dell'area del Parco Regionale di Porto Selvaggio
sono collocate alcune tra le grotte più importanti nel
Salento per quanto riguarda l'archeologia preistorica.
Santa caterina (marina di Nardo')
La Grotta di Capelvenere che prende il proprio
nome dall'omonima felce che in essa vi cresce. La grotta è
costituita da una unica grande camera accessibile attraverso la
scalinata che porta a Torre dell'Alto. Gli scavi e studi condotti
dall'Università di firenze hanno riportato alla luce ritrovamenti
e reperti che sono stati collocati nel periodo Neanderthaliano.
La baia di Portoselvaggio (fig. 1)
Le principali grotte sono Grotta dell'Alto proprio
sotto Torre dell'Alto (fig. 2) da cui prende il nome, e nei pressi
della "Dannata" costone a dirupo alto oltre 50 m;
Grotta Riparo Marcello Zei, è il deposito
preistorico più antico del nostro territorio, circa 110
mila anni. Incastonata nella splendida costa di Portoselvaggio,
può essere meta solo di pochissimi perché il percorso
per arrivarci è assai accidentato.
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Fig. 3 - Torre Uluzzo |
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Fig. 2 - Torre dell'Alto |
La baia di Uluzzo
All’interno del parco, la baia di Uluzzo custodisce infatti
uno dei depositi preistorici più conosciuti a livello europeo
(giacimenti della Grotta del Cavallo, della Grotta di Carlo Cosma
e della
Grotta di Uluzzo).
Studiate per la prima volta nel 1961, le grotte hanno rivelato
una frequentazione antropica di questi siti a partire dalla fine
del Paleolitico Medio (circa 40000 anni fa), in un ambiente completamente
differente da quello attuale, che ospitava equini ma anche rinoceronti.
L’importanza del sito dal punto di vista scientifico è
testimoniata dalla definizione di un’autonoma “cultura
uluzziana”, dal nome della torre esistente nell’area
(fig. 3), caratterizzata dall’utilizzo di lastrine calcaree
per ricavare strumenti utili alle esigenze della vita quotidiana
e dalla creazione di una particolare punta fittile, a forma di
semiluna.
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Fig. 4 - Grotta del Cavallo |
Le principali grotte e fonti di ritrovamenti della baia sono:
La
grotta del Cavallo (fig. 4), in essa sono stati
rinvenuti reperti legati all'uomo di Neanderthal, manufatti di pietra
e resti di animali. Con i suoi otto metri di spessore di sedimenti
documenta oltre 120 mila anni si storia.
La
grotta di Uluzzo, ubicata al di sotto della
torre omonima, la
grotta Cosma e la
Grotta
Bernardini nelle immediate vicinaze, completano e testimoniano
l'importanza e il valore storico e scentifico dell'intera area.
I giacimenti più recenti ascrivibili al Paleolitico (12-10
mila anni orsono, Romanelliano), hanno restituito preziose documentazioni
e in particolare incisioni antropomorfe, zoomorfe e astratte che
ne fanno uno dei siti archeologici principali del Salento insieme
alla
grotta
Romanelli ed alla
grotta
delle Veneri di Parabita